Il progetto ha alla base una strategia semplice: lasciare che i volumi originali, stereometrici e astratti, sorgano, avvolti in un nuovo involucro performante e mutevole, da un grande basamento urbano ri-naturalizzato.
Il basamento. Una zolla urbana che torna a connettersi con il tessuto dell’EUR, una particella nel verde molecolare della Capitale. Un grande sistema tridimensionale, vivo e rarefatto al contempo, che si offre alla colonizzazione della vegetazione che torna a farsi spazio tra le pietre della città. In cambio offre funzioni, abitanti, vita: urbanità.
Le torri. Tre volumi eleganti e lineari e lo spazio compresso che le separa (le unisce). Una nuova, indispensabile, pelle che le aggiorna, tecnicamente e compositivamente, nella serena impossibilità di mutarne realmente l’aspetto, il ruolo paesaggistico, il valore iconico.
I flussi. Le persone, prima di tutto. Utenti, dipendenti, dirigenti, clienti, passanti. Poi la vegetazione, gli impianti, la luce, l’aria stessa. Si raccolgono ai piedi delle torri, ospitati dagli anfratti accoglienti del basamento, e poi le risalgono, sfruttando gli interstizi, e le rianimano. La città costruita rinasce da se stessa. Si rinnova, reinterpretandosi. Accoglie nuove istanze, nuove unità di misura, nuovi linguaggi, nuovi segni che trovano il proprio spazio nella coralità della città e nel permanere del suo paesaggio.
I nuovi headquarters di Telecom Italia all’EUR saranno un edifico rigenerativo e biofilo. Un complesso capace di funzionare elegantemente ed efficientemente come un elemento naturale, un edificio conformato sulle specificità della sua regione bioclimatica, capace di generare l’energia di cui ha bisogno attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, capace di catturare e trattare le risorse idriche e di operare efficientemente in condizione di equilibrio e qualità estetica. Un complesso di edifici capace di condividere le risorse tra i diversi elementi del sistema, ospitare essenze autoctone e preziose, coltivare cibo e funzionare offendo la possibilità di uno stile di vita non dipendente nuovo e sostenibile.
Non si tratta, in questo caso, di ridurre l’impatto dell’intervento o di limitare i danni di un approccio scorretto, quanto piuttosto di concepire un edificio capace di rigenerare il tessuto urbano, introducendo elementi qualitativi e pratiche virtuose, producendo energia e riequilibrando l’ambiente. La sfida è complessa e affascinante: creare i fondamenti per un futuro sostenibile nel tessuto delle nostre città e delle nostre comunità. Una sfida all’altezza della straordinaria occasione che l’insediamento degli headquarters di Telecom Italia all’EUR offre